Eccomi di nuovo fresco fresco appena, o quasi, tornato dal grande paese dell’oriente, almeno fresco per il blog, e si dall’ultimo post è passato un po’ tempo, ma come si dice o si potrebbe dire ogni blog assomiglia al suo autore, sono discontinuo e così anche il mio blog.
In questa discontinuità temporale cerco almeno di avere, con questo articolo, una continuità di visione, dalla Torre del Tamburo di Pechino al satellite di google map. Dalla città che si sgretola lasciando il passo alla modernità, ad una nuova forma di paesaggio che prepotente è entrato nelle case attraverso la televisione. Il paesaggio dei “siti di stoccaggio” dei rifiuti “dell’emergenza campana”. Sarebbe facile il paragone con Leonia, la città invisibile di Calvino che attraverso una magia appare visibilissima in Campania, come se Gengis Khan avesse ampliato il suo impero sino alla nostra penisola. Quando si dice l’invasione cinese. In qualsiasi caso sono stato attratto da queste forme monumentali quasi fossero delle cattedrali della modernità, attratto nel senso più ampio del termine, una sorta di attrazione perversa da malformazione sociale.
Cattedrale e monumento, mausoleo blindato e protetto, paradosso della società attuale forse e simbolo emblematico di guardie che proteggono il milite ignoto contemporaneo.

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“Rubbish is beautiful” ovvero dell’utilizzazione dei rifiuti è un passaggio molto interessante di un libro di yona friedman “utopie realizzabili”.
La produzione di rifiuti fa parte di quelle relazioni tra il mondo degli esseri viventi e il mondo degli oggetti di cui si è presa coscenza in quanto osservabile, grazie anche al fatto che oggi si dispone di modalità di osservazione nuove e migliorate.
il problema della sovrapproduzione di rifiuti è immediatamente ricondotto al concetto della selezione dei componenti utili alla da parte di ogni organizzazione che comprenda esseri umani: l’accumulazione di rifiuti come superamento di una quantità critica a seguito di una operazione prestabilita di selezione. osservando il fenomeno da questa prospettiva, la riflessione su possibili soluzioni al problema della sovrapproduzione e della gestione dei rifiuti si concentra sulla possibilità di trasformare le modalità d’uso degli oggetti

fede on Mar 18 08 at 01:16

cioè una forma di riciclaggio che prevede non la trasformazione del materiale ma il suo utilizzo in nuovi contesti e con nuovi significati.un atteggiamento diverso che ha trovato in Cina un inconsapevole campo di applicazione, dove le macerie, prodotte dal processo accelerato e continuo di demolizione e ricostruzione, si spargono nelle vaste aree rurali attraverso il riciclo dei materiali residui- legno, mattoni, vetro- che i Min Fong prelevano dai cantieri e trasportano nelle campagne per costruire le proprie case.

fede on Mar 18 08 at 01:18

Questo paesaggio, allucinante dal basso, dall’alto è urbanisticamente molto ma molto meglio delle nostre periferie: le strade costituiscono un reticolo gerarchizzato, si intravvede addirittura una polarità, un centro, i mucchi di ecoballe sono isolati. In specie le prime due foto in alto, se messe in bianco e nero potrebbero essere la mappa di una città storica o un disegno attuale di Leon Krier. Secondo me quel piano non l’ha fatto un architetto, altrimenti ci sarebbero state strade a cul de sac, piazze immense messe nei posti sbagliati, niente isolati. Che un sito di monnezza sia urbanisticamente migliore di una città nuova è un paradosso, ma purtroppo è proprio così

Pietro Pagliardini on Mag 31 08 at 17:09
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