La riflessione sulla sostenibiltà e sul futuro che lasceremo alle generazioni future è, sicuramente, l’argomento più importante che l’architettura e la pianificazione urbana devono sostenere. Come discusso anche in questo blog nei posts precedenti, gli allarmi sulle condizioni del pianeta e sulla qualità della vita, stanno velocemente scadendo.
L’industrializzazione massiccia del secolo scorso ha creato un modello di sviluppo, globalmente accettato e condiviso nei risultati. La forma della città è globalizzata, spinta da comportamenti ed esigenze sociali, sempre più simili in tutto il mondo. Anche le nuove megalopoli asiatiche, si basano su modelli già visti altrove, una downtown con i grattacieli e centro finanziario, un’espansione residenziale densa per i lavoratori ecc. Il nodo della questione risiede nelle risposte; a problemi locali si risponde con soluzioni globali. In quest’ottica diventa molto interessante lo studio delle tecniche tradizionali di evoluzione, cioè quel bagaglio di conoscenza composta e sedimentata dal lento sviluppo e adattamento dell’uomo all’ambiente. L’arch.Pietro Laureano, ha pubblicato diversi libri sull’argomento, da segnalare “La Piramide Rovesciata, il modello dell’oasi per il pianeta terra” (Bollati Boringhieri, Torino 1995) dove vengono esposti esempi di adattamento in condizioni estreme, il concetto di oasi, inteso come scarsità di risorse disponibili e di come l’uomo ha saputo, in questi casi, innescare e alimentare un circuito positivo e virtuoso.
L’architettura e non solo, deve, con l’ausilio della tecnologia, cercare di ristabilire gli equilibri in un’ottica contemporanea. Sempre Laureano in uno studio pubblicato nel sito personale elenca i principi per uno sviluppo sostenibile, nel caso specifico, il bacino del mediterraneo, ma validi anche altrove:

-La valorizzazione delle risorse interne
-La capacità di gestione locale
-I costi non elevati spendibili localmente
-La preferenza di un alta componente di lavoro piuttosto che di capitali
-Lo stretto legame con il contesto ambientale
-I cicli di produzione e consumo che si integrano a vicenda
-La tendenza alle emissioni zero, cioè la possibilità che ogni attività ne alimenti un’altra
-L’auto valorizzazione e l’autopoiesi (autoriproducibilità)
-La polifunzionalità e la compenetrazione tra i risultati tecnologici e valori culturali estetici
-La gestione accurata delle risorse
-Il risparmio dei luoghi e delle energie
-La gestione dell’ecosistema

Un progetto che, secondo me, incarna appieno le caratteristiche della sostenibiltà, in senso generale, è l’ospedale di Kaedi, realizzato in Mauritania, dall’arch. Fabrizio Caròla e vincitore del premio Agha Khan per l’architettura nel 1995.

le immagini provengono da archnet.org

Certamente non può essere elevato a modello per la singolarità del luogo, ma il processo ed il risultato sono esemplari. L’attenzione per le tecniche costruttive, la conoscenza della società locale, il reperimento delle materie prime, il risparmio energetico.

Più immagini e la descrizione dettagliata del progetto le trovate qui in inglese e qui in italiano


COMMENTS / 3 COMMENTS

Grazie mille per avermi fatto conoscere quest’opera.
Ti invito al mio blog di architettura e altro:
mancalaria.splinder.com

manuel on Nov 02 06 at 14:15

Auguro a tutto lo staf un felice buon natale

absol on Dic 25 07 at 20:20
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Regionalismo architettonico vs International Style